Questa è una domanda che ci fanno spesso i clienti, come è successo proprio l’altro giorno. La risposta non è sempre semplice, perché la proprietà del sito web dipende da vari fattori, soprattutto da quello che è stato stabilito nel contratto tra il cliente e l’agenzia che ha sviluppato il sito. Ma andiamo con ordine.
Di base, una volta che il cliente ha pagato per il lavoro svolto, dovrebbe diventare il proprietario del sito. Questo significa che ha il controllo completo sui contenuti e sulla struttura del sito, sempre che nel contratto sia stato specificato che l’agenzia cede tutti i diritti. Ma qui si nascondono le prime eccezioni: se il sito è stato costruito su una piattaforma proprietaria dell’agenzia, l’agenzia potrebbe mantenere i diritti su quel software.
Un altro punto da non sottovalutare è il nome del dominio. Il dominio è l’indirizzo web del sito, quello che le persone digitano per trovarlo. Ebbene, capita spesso che sia l’agenzia a registrarlo, magari insieme all’hosting. Se però il dominio è intestato all’agenzia e non al cliente, possono nascere problemi quando il cliente decide di cambiare fornitore o spostare il sito su un altro servizio. È un po’ come avere un negozio in affitto: potrai cambiarne l’arredamento, ma se il contratto non è a tuo nome, sei legato alle decisioni del proprietario.
Infine, un’altra questione riguarda la gestione dei dati. Se l’agenzia si occupa di raccogliere e trattare i dati personali degli utenti, come prevede il GDPR, diventa responsabile di questi dati. Ma attenzione: il cliente rimane sempre il titolare dei dati, quindi la responsabilità finale è sua. Non è una cosa che può essere completamente delegata. Quindi è fondamentale che i ruoli siano chiari, soprattutto quando si tratta di questioni legali così delicate.
Alla fine, è davvero importante che nel contratto si chiarisca bene chi detiene la proprietà di ogni parte del sito, così da evitare fraintendimenti e potenziali problemi legali. Non è mai divertente scoprire all’ultimo che quello che pensavi fosse tuo… in realtà non lo è.