(A prescindere dal fatto che la tua azienda venda o meno attraverso il Web)
Uno degli elementi più importanti per provare a prosperare in questo periodo sono la promozione, le vendite e tutto quello che le supporta.
Per mantenere il proprio posto di lavoro è necessario che l’azienda faccia fatturato, e che ci sia un buon guadagno.
Non importa se l’azienda è la propria o siamo dei dipendenti, se l’azienda chiude o si restringe rischiamo di andare a spasso.
Nonostante la maggior parte di noi produca o commercializzi buoni prodotti o servizi, là fuori la giungla del mercato è sempre più impenetrabile.
Eppure ci sono colossi del calibro di Amazon che prosperano, nonostante tutto.
Cosa fanno di così giusto per non sprofondare nel baratro del fallimento?
Se hai la pazienza di seguirmi per qualche minuto, ti svelerò quali sono i 5 errori (+1) che la maggior parte delle aziende fanno con Internet a prescindere che vendano o meno attraverso il Web
Prima di proseguire vorrei stipulare un piccolo accordo con te: non credere a tutto quello che ti dirò, ma prova a trovare nella tua esperienza qualcosa che possa collegarsi.
Per risolvere il problema delle vendite ci sono tante soluzioni, ma molte non funzionano perché partono dalla base sbagliata.
Partire con il piede scorretto non solo potrebbe far perdere terreno, ma addirittura smarrire tutto quanto e non arrivare da nessuna parte.
Sono state scoperte le ragioni di base che portano al fallimento.
Mettiamoci d’accordo sul significato di una parola: cosa intendiamo per promozione?
Sarai d’accordo con me che normalmente la parola promozione ricorda un’idea fumosa, che rammenta qualcuno che indossa una giacca con tanti lustrini e che prova ad imbonire sprovveduti viandanti, al solo scopo di vendere lo sciroppo miracoloso.
Oppure lo strillone che un tempo vendeva i giornali agli angoli delle strade.
La promozione è a tutti gli effetti qualcosa che viene fatto per spingere le vendite.
Qualcuno o qualcosa promuove un prodotto (o servizio) ad esempio tramite un catalogo, un agente di commercio o uno spot televisivo, e ad un certo punto avviene un acquisto (forse).
Un acquisto può essere un bene alimentare, un vestito, un viaggio o una centrale nucleare (oggi va molto di moda!).
Usando il Web si possono comprare direttamente molte cose, ma risulta un tantino problematico, ad esempio, l’acquisto di una casa o di un’automobile.
Sembra ovviamente impensabile comprare una casa online, metterla nel carrello virtuale e concludere l’acquisto con la carta di credito.
Eppure ci sono realtà che usano il mondo virtuale di Internet proprio per incrementare le vendite, in qualunque settore merceologico, anche nel settore immobiliare.
Il mondo virtuale di Internet, per rimanere nell’esempio di chi vende case, spesso non permette la conclusione completa della vendita, ma può mettere in contatto più o meno qualificato l’azienda che vende con il compratore (che sia un azienda o una persona).
Ricordiamoci la frase “contatto più o meno qualificato”, che rivedremo tra un attimo.
In base al proprio settore merceologico, il Web potrebbe fornire un certo grado di “contatto”.
Purtroppo la maggior parte delle aziende commettono questi 5 errori che le porta verso uno di questi due estremi:
- Provano il Web, non ottengono risultati e pensano che non faccia per loro
- Non ci provano neppure
Onestamente, il web non è affatto la panacea a tutti i mali, come ogni cosa ha i suoi vantaggi e svantaggi, ecco perché questi 5 errori sono ancora più importanti quando pensiamo a come sfruttare Internet.
Errore numero 1: non valutare il nostro cliente tipo
Anche se la nostra azienda fornisse prodotti o servizi che vanno bene per tutti l’errore più grande sarebbe quello di non individuare il cliente tipo, quello che abbia alcune caratteristiche per noi più interessanti.Mancare questo punto si traduce, invariabilmente, in comunicazioni che non hanno né capo né coda, tendenzialmente contenenti un elenco delle caratteristiche dei nostri prodotti o servizi.Si tratta di individuare quale sia per noi il contatto qualificato, così da dirigere tutta la comunicazione su di lui.“Obbbbiezzione! Così si rischia di perdere fette di mercato!”Così potrebbe sembrare, ma utilizzando i giusti accorgimenti questo non avviene e se avviene è solo perché vengono allontanati i perditempo e i cacciatori del prezzo più basso.
Errore numero 2: presentarsi sul Web con un sito “istituzionale”
Il sito Web istituzionale è, nella testa della maggioranza, una specie di brochure che racconta la storia dell’azienda, la tipologia di prodotti e servizi, qualche referenza più o meno fumosa e poco più.Ci sono casi e momenti in cui il sito Web istituzionale serve (o meglio serviva), ma solo in particolari e specifici casi.Non serve ad attrarre clienti nuovi, forse un tempo un pochino “funzionicchiava”.Se vai a guardare Amazon non si presenta così, né mai si è presentata.Loro fin dall’inizio hanno fatto altro. Come tutte le imprese che hanno sfruttato Internet.
Errore numero 3: avere un sito Web nel deserto del Sahara
Chi ha investito in un sito Web di qualunque genere (presentazione, istituzionale, commercio elettronico, etc..) con la speranza che la sola sua presenza fosse un modo per sfruttare il canale Internet, è rimasto altamente deluso.Le Web Agency (quelle che ti creano il sito), normalmente ti nascondono il fatto che per far funzionare un sito Web è necessaria una pianificazione nella quale il sito Web rappresenta più o meno la punta dell’Iceberg.Prima ancora di pensare al contenuto del sito Web è necessario (leggi obbligatorio) costruire l’idea di un brand, con tutte le caratteristiche che esso comporta.
Errore numero 4: volare dove osano le aquile
Questo errore lo potremmo anche chiamare Icaro, dove la leggenda vuole sottolineare l’ingenuità di provare a volare fin quasi a toccare il caldo Sole con delle ali fatte di cera: emulare aziende di spicco nel settore del Web è praticamente impossibile.E non è una questione di soldi.Ad esempio Google ha provato più di una volta a far concorrenza a Facebook, ma ha miseramente fallito ogni volta.Quando vediamo aziende di successo che hanno usato il canale Internet, prima di prendere in considerazione anche solo l’idea di emularle, dovremmo studiarne la storia e soprattutto il momento storico nel quale sono nate.Poi pianificare il giusto angolo di attacco.
Errore numero 5: avere un sito fuori norma GDPR
Uno dei principali scopi di un sito Web di qualunque genere, dovrebbe essere quello di creare dei contatti con clienti potenziali, ma anche quello di mantenere una certa comunicazione con i clienti acquisiti.Uno dei mantra di chi fa marketing è quello di mantenere accesa la fiammella dell’interesse, e avere informazioni statistiche sulle quali prendere decisioni.Ma per contattare i singoli è necessario evitare di cadere nelle trappole della normativa e, laddove possibile, sfruttare gli strumenti che mette a disposizione la legge per favorire il commercio.
Il sito web che passa il test degli errori comuni
Consapevoli dei problemi che l’azienda media deve affrontare, grazie all’esperienza accumulata ed agli studi fatti, possiamo offrire alla tua azienda un sito web ORIENTATO alla promozione.
Non solo sono stati risolti i 5 errori sopra indicati, ma sono state sistemate tutta una serie di particolarità, come ad esempio l’errore numero 6 (è un +1): il sito deve andar bene al visitatore e non all’azienda.
Nello sviluppo di un sito si da per scontato che la nostra esperienza sia quella che farebbe il nostro potenziale cliente.
Da ricerche fatte questo non è praticamente mai vero, perché come minimo siamo “viziati” dal nostro passato nel nostro settore merceologico, e tendiamo a vedere le cose dal lato sbagliato della medaglia.
Vuoi un esempio?
Chi vende tende da ufficio verticali, non si sognerebbe mai di promuoverle come tende “veneziane verticali”. Eppure moltissima gente le cerca esattamente così. Vogliamo essere contattati o fare bella figura con il nostro concorrente?
Attenzione, non sto dicendo di scrivere “castronerie”, semplicemente volevo sottolineare che più spesso di quanto crediamo, il nostro punto di vista è molto viziato.